USTEC, acronimo di Undercarriage Solutions TEChnologies, è il nuovo nome della società che continuerà a produrre gli apprezzati sottocarri speciali che nascevano da Sampierana Group.

Un nome completamente nuova ma un’esperienza consolidata di 40 anni di attività nel settore dei carri speciali. La nuova azienda, guidata da Cesare Para insieme ai figli Francesco e Valentina, conta infatti su una struttura tecnica e manageriale di alto livello. L’ufficio tecnico e i reparti produttivi sono infatti gli stessi che, per decenni, hanno dato lustro al made in Italy di alta qualità.

Come ormai risaputo, Sampierana Group era stata ceduta a CNH Industrial a cavallo fra il 2021 e il 2022. Un’acquisizione che ha messo due mondi completamente differenti a confronto. Confronto da cui è nata USTEC dopo pochi mesi di convivenza fra due filosofie di pensiero contrapposte. Da un lato quella della multinazionale che vede i miniescavatori come “veicoli”. Dall’altra quella di un’azienda famigliare dove persone, ricerca, sviluppo, personalizzazione del prodotto e problem-solving sono al centro del pensiero quotidiano.

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I carri USTEC continueranno a far brillare gli occhi degli appassionati

Due modi completamente differenti di affrontare il mercato. La USTEC si basa infatti su una filosofia di continua crescita sul lungo termine grazie ad investimenti industriali produttivi e pianificati. Il settore dei sottocarri speciali è infatti un vero e proprio fiore all’occhiello aziendale da cui tutta Sampierana Group è nata ed ha basato la propria crescita. Permettendo anche lo sviluppo e la crescita delle macchine Eurocomach.

Un vero e proprio “mestiere” che non si improvvisa e che richiede competenza, capacità di ascolto e, quindi, grande umiltà di approccio alle problematiche del proprio interlocutore. Caratteristiche che non sono comuni e che rappresentano un grandissimo valore aggiunto del nostro tessuto industriale.

Un settore che molto probabilmente non rientrava nei piani di CNH Industrial e che la famiglia Para ha deciso di riacquistare.

USTEC è la prosecuzione della storia di Sampierana Group

USTEC

La nuova azienda di San Piero in Bagno continua di fatto la grande tradizione nei carri speciali di Sampierana Group.

Un gradito ritorno a casa

La sottoscrizione dell’operazione con la famiglia Para ha riacquistato la business unit dei sottocarri è stata comunicata in data odierna. USTEC è di fatto la prosecuzione dell’attività di “sartoria industriale” che ha sempre contraddistinto lo spirito di Cesare Para e dei figli Francesco e Valentina.

La centralità del cliente e l’elevata capacità di personalizzazione del prodotto sono i due fondamentali valori che guidano l’azienda all’interno del mercato.

La valorizzazione e la crescita professionale dei propri collaboratori sono invece i valori umani che guidano USTEC, così come già successo nel passato per Sampierana Group, nel rapporto con le persone che ne fanno parte.

USTEC riprende l'eredità tecnica di Sampierana Group

USTEC

L’attuale sede aziendale è attigua agli stabili storici della Sampierana.

USTEC e la famiglia Para, la salvezza di un gioiello industriale italiano

Cesare Para, socio e Amministratore Delegato della nuova compagine romagnola, ha sottolineato che “Siamo molto soddisfatti di aver concluso questa operazione. La quale ci consentirà di proseguire il
percorso di crescita, con prospettive solide e concrete. Il legame con il territorio è un caposaldo del nostro modo di fare impresa e per tale motivo proseguiranno gli investimenti nella nostra sede di San Piero in Bagno. Questo grazie alla realizzazione di un nuovo stabilimento produttivo di 8.400 metri quadrati già operativo da luglio 2023″
.

E continua “Da sempre amiamo definirci come un’azienda con salde radici sul territorio ma con vocazione
internazionale. Questo grazie a collaborazioni storiche con i più importanti costruttori a livello globale. È in questa direzione che intendiamo continuare insieme ai miei figli e a tutti i nostri collaboratori”
.

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Costantino Radis è un giornalista di riferimento nel settore delle macchine industriali

Cosa ne penso

Costantino Radis

USTEC. SI SALVA UN GRANDE VALORE DELL’INDUSTRIA NAZIONALE DI SETTORE.

La decisione della famiglia Para di riacquistare la business unit dei sottocarri è un’ottima notizia per tutto il made in Italy del nostro settore. Non è infatti una capacità comune sapersi relazionare con grandi costruttori come Liebherr, Komatsu, Kobelco o Casagrande con umiltà, spirito di ascolto e capacità di risolvere i loro problemi. Si è salvato un gioiello del made in Italy che sarebbe stato destinato a morte certa.

Tanto tuonò che, questa volta, piovve.

Dire "Ve l'avevo detto" sarebbe stato infatti troppo facile. Proprio perché era estremamente facile indovinare come sarebbe andata a finire. Non penso ci volesse un genio vista la storia del movimento terra del gruppo con radici torinesi. E di questo me ne duole profondamente vista la mia profonda affezione al marchio.

Tutto questo nonostante illustri colleghi (o colleghe) abbiano cercato di dimostrare che mi sbagliavo utilizzando ampie e funamboliche tesi. Tesi che ricordano, nei loro contenuti, le famose scene con cui Tognazzi ci deliziava in "Amici Miei".

Ebbene, da quando ho tre anni, ossia da quando un bambino inizia ad avere piena consapevolezza dei propri ricordi, calpesto il fango e la polvere dei cantieri. Tenuto per mano da papà, zii ed operatori dell'azienda di famiglia mentre volgevo i miei occhi curiosi verso le macchine movimento terra. Che erano, fra le altre cose, tutte Fiat.

"Scarpe sporche" di cui sono profondamente orgoglioso e che mi hanno accompagnato nel mio lungo percorso attraverso il Liceo Scientifico, il Politecnico di Torino fino alla mia attuale professione.

Penso di conoscere il nostro settore in modo approfondito. Conoscenza costruita su ascolto, attenta analisi e grandissima passione verso le macchine movimento terra e le dinamiche che guidano il mercato.

La decisione della famiglia Para di riacquistare la business unit dei sottocarri di fatto salva un grande valore di conoscenze tecniche dalle mani di una dirigenza non in grado di valorizzare l'unicità del prodotto.

Incapacità che infatti vede oggi il marchio CASE come l'unico sul mercato a non proporre macchine speciali dedicate al mondo delle demolizioni, delle applicazioni fluviali e della movimentazione industriale.

D'altro canto mi posso solo immaginare un possibile dialogo con i tecnici Liebherr, Komatsu o Kobelco che si occupano dei rispettivi escavatori da demolizione.

Questo "retro front" della famiglia Para è un'ottima notizia. Immagino che, se avesse potuto, probabilmente avrebbero riacquistato anche il settore dei miniescavatori. Al di là di comunicati stampa rimangono infatti le clausole contrattuali che, a oggi, non è dato sapere.

Ma la visione a lungo termine della famiglia di San Piero in Bagno va al di là degli stabilimenti, delle attrezzature e dei modelli.

Il vero valore aggiunto delle aziende sono le persone, le loro idee e la loro capacità progettuale. Valori che in USTEC sicuramente non mancano. La fuoriuscita anticipata della famiglia Para dall'accordo con CNH avrà sicuramente un tempo contrattuale di non concorrenza nel settore della costruzione delle macchine movimento terra.

Esattamente come successe qualche anno fa quando la famiglia Magni uscì da Manitou in cui era socia con la famiglia Braud.

Ebbene, il tempo, i soldi, i capannoni, le attrezzature, vanno e vengono. Le persone, le idee, le capacità, al contrario, rimangono. Anzi, se ben coltivate, crescono e si rafforzano.

Ci sono poi realtà che questi valori li sanno coltivare. Altre invece li disperdono. Aspettiamo qualche anno. E poi sicuramente sarà di nuovo ora di fare alcuni bilanci.

Perché, salvo miracoli, chi nasce rotondo non muore quadrato.

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