Amilcare Merlo è stato non solo un grande imprenditore ma anche un inestimabile maestro di vita. Chiunque abbia avuto la fortuna e il privilegio di lavorare con lui ha dei ricordi personali ben distinti. Ma soprattutto ha potuto imparare qualcosa. Sia dal punto di vista lavorativo, sia da quello personale.

Amilcare Merlo ti metteva ogni giorno di fronte ad un bivio. Per me, che ho avuto la fortuna e il privilegio di lavorare per due anni al suo fianco, è stato un esempio stimolante e travolgente sotto molti punti di vista. Ci si vedeva quotidianamente e, se non ero in azienda per qualche visita ai concessionari o per le fiere che organizzavamo ovunque, ci si sentiva al telefono.

Mi ricordo che un giorno, mentre ero in vacanza con la famiglia in montagna, mi chiamò alle otto del mattino. Non nascondo che mi spaventai molto quando vidi il suo numero sul cellulare. Pensavo infatti fosse successo qualcosa in azienda. Eravamo nel pieno della breve pausa invernale per le vacanze natalizie. Invece mi aveva chiamato semplicemente per chiedermi come stavo e come andavano le vacanze perché, mi disse “…è qualche giorno che non ci sentiamo e volevo solo sapere come sta”.

Amilcare Merlo era così. Tanto inflessibile sul lavoro, quanto incredibilmente vicino alle persone nei momenti al di fuori dell’azienda. E sapendo che ero mattiniero aveva pensato di chiamarmi ad un ora in cui tutti e due eravamo tranquilli.

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La Merlo, creatura viva e pulsante

A prescindere dall’incredibile numero di traguardi raggiunto in una vita piena e ricca di soddisfazioni, Amilcare Merlo aveva nell’azienda la sua ragione di vita. Sembra banale dirlo ma in realtà è molto più di quel che si pensi.

La Merlo è stata per lui lo sviluppo concreto delle sue idee. Tutto il resto è arrivato di conseguenza. Il successo imprenditoriale è stato costellato da grandi ostacoli ed eventi non sempre fortunati a cui il sig. Amilcare ha sempre reagito con una caparbietà guidata dalla ragione. Un modo di essere che lo ha portato a sviluppare una incredibile consapevolezza di poter sempre, in qualche modo, superare gli ostacoli più impervi.

Questa è stata la prima grande lezione di vita che mi ha trasmesso. Mai arrendersi davanti alle difficoltà e puntare sempre l’obiettivo. La strada per raggiungerlo potrebbe anche essere tortuosa e non semplice. Ma occorre percorrerla passo dopo passo senza mai pensare di non arrivare alla destinazione desiderata.

La Merlo era tutto questo. Un obiettivo diverso ogni giorno e tante idee per raggiungerlo. Da tutti i punti di vista. Tutto il resto è stata una conseguenza del duro lavoro quotidiano.

Amilcare Merlo

Una persona fuori del comune che ha contribuito in modo determinante alla storia delle macchine industriali

Il lavoro come valore fondamento della persona

E questo è stata la seconda lezione. Il duro lavoro quotidiano. Con le “giornate no” bilanciate da quelle più felici dove si raccolgono i risultati costruiti passo dopo passo con molto impegno. Per quanto mi riguarda la voglia di lavorare è sempre stata “nelle mie corde”. Ma Amilcare Merlo mi ha aperto gli occhi sulla consapevolezza di saper fare le cose in un certo modo. Era una persona che, quando era ora, non ti mandava a dire nulla per inteposta persona. Ma allo stesso tempo se avevi fatto un buon lavoro te lo diceva con due parole o, meglio ancora, con un sorriso che valeva più di mille discorsi.

Abbiamo avuto anche alcuni scontri che definirei addirittura epici. Con discussioni molto accese su idee divergenti con lui che se ne andava arrabbiato dal mio ufficio. Ma dopo pochi minuti arrivava sempre la telefonata con cui ci si chiariva e si decideva insieme cosa fare. Perché nel frattempo aveva pensato a cosa ci eravamo detti e aveva riflettuto sulla migliore strada da percorrere.

Il conflitto non era personale. Anzi. Si trattava di un modo per affrontare i problemi in modo determinato e completo. Un’altra lezione di vita dove si evidenziava che “il lavoro è una cosa seria” che realmente identifica una persona e la mette in condizione di migliorare la propria vita e quella degli altri. Un valore di altri tempi, soprattutto oggi dove spesso l’effimero ha la prevalenza sul concreto.

Amilcare Merlo

Abbiamo condiviso il palco in diversi eventi legati alle macchine. Esperienze uniche e impagabili che mi hanno lasciato un’importante eredità lavorativa

Amilcare Merlo e la curiosità verso il mondo

L’altro aspetto che mi ha sempre colpito è la sua curiosità verso il mondo. Ricordo con grandissimo piacere di avere avuto la impagabile possibilità di visitare sia Agritechnica, sia Bauma, noi due insieme. Una vera “full-immersion”, in entrambi i casi, di più di mezza giornata fra gli stand dei competitor e della componentistica. Motori, componenti idrauliche, metalli, pneumatici e tecnologie. Tutti lo conoscevano e tutti lo ospitavano. Si parlava di macchine e di soluzioni tecniche. Il tutto condito con aneddoti impagabili.

Mi ha insegnato a guardare le cose da diversi punti di vista e a capire come il bianco e il nero non esistano. Ma che la realtà è invece composta da migliaia di sfumature colorate che portano, tutte insieme, verso la nascita di una macchina. Dove i compromessi vanno obbligatoriamente contemplati per raggiungere un risultato che sia accettato dal mercato e permetta di soddisfare determinati requisiti.

Un mondo di meccanizzazione dove non esiste la macchina perfetta ma esiste la macchina giusta per una determinata applicazione. La sua enorme curiosità lo portava a fotografare qualsiasi cosa pensasse utile con il suo inseparabile iPhone. Il cui trillo acuto faceva capire immediatamente dove si trovava per poterlo raggiungere e prendere insieme una decisione rapida e definitiva.

Amilcare Merlo e la consapevolezza del “sapere per saper fare”

Quando decisi di dare le dimissioni per dedicarmi alla libera professione si arrabbiò non poco. Mi ricordo ancora oggi la telefonata che ricevetti nel 2014 quando mi chiamò in prima persona per andare a lavorare in Merlo.

Fu l’inizio di un percorso entusiasmante che accese in me la consapevolezza di voler fare “qualcosa di mio” prendendo ad esempio gli insegnamenti di un signore con i capelli bianchi e i penetranti occhi azzurri in cui brillava sempre un sorriso.

Amilcare Merlo diceva sempre che bisognava lasciare un ricordo di sé stessi facendo qualcosa di buono per gli altri. Alla base di tutto questo c’era la consapevolezza artigiana del “sapere per saper fare”. Memorabili le sue telefonate per chiamarmi nella zona dei prototipi quando una nuova macchina era pronta. Si discuteva tutti insieme, commerciali, tecnici e marketing, sulle potenzialità del nuovo prodotto e sulla sua collocazione nel mercato. Una macchina nuova era sempre frutto di un’idea e di una concretezza data dalla materia. Acciaio, gomma, plastica plasmati secondo forme funzionali.

In quei momenti era incredibilmente sorridente e pensieroso. Mi piace ricordarlo così, allegro e sorridente, mentre parla di macchine e si sporca le mani toccando le macchine e spiegando le sue idee a tutti coloro che lavoravano con lui.

Le onoreficienze, la laurea ad honorem in ingegneria meccanica, il successo dell’azienda, le oltre millecinquecento famiglie che vivono e possono pianificare una vita piena e dignitosa sono la logica conseguenza di un quotidiano lavoro duro e paziente.

Per tutto questo non possiamo che dire “Grazie Amilcare, vero maestro di vita!”.

Amilcare Merlo amava moltissimo parlare con le persone che utilizzavano le sue macchine

Amilcare Merlo

Fra gli aspetti che colpivano maggiormente le persone vi era un modo di fare estremamente umile e vicino a chi utilizzava le sue macchine

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