Industria 4.0 e macchine movimento terra. Si tratta di un tema dibattuto, spesso con una lettura polemica, che lascia molti dubbi a tantissimi addetti ai lavori. Sappiamo tutti molto bene quali siano le condizioni per accedere alle agevolazioni fiscali. E sappiamo altrettanto bene che – nella realtà dei fatti – le aziende che realmente ne avrebbero diritto certo sono una ristretta minoranza. Parliamo di imprese strutturate, con un attento controllo di gestione e con dinamiche organizzative di alto livello.

Ciò non toglie che, ognuno assumendosi le proprie responsabilità, il piano Industria 4.0 ha portato enormi vantaggi in termini di rinnovamento di un parco mezzi spesso obsoleto. Ci piace quindi guardare il bicchiere mezzo pieno (o non sufficientemente pieno!) e andare al sodo. Il provvedimento governativo ha sicuramente portato grandi vantaggi non solo al comparto ma a tutto il sistema economico nazionale. A dimostrazione che, se ci fosse un carico fiscale decente a fronte di una maggiore efficienza del sistema statale, la nostra economia volerebbe.

Il piano Industria 4.0 consente di avere forti agevolazioni per chi impiega macchine tecnologiche

La proroga delle consegne per il piano Industria 4.0

Ma a scombinare i piani di costruttori, concessionari e clienti si è messa una congiuntura internazionale complicata. Prima la pandemia causata dal Covid-19, poi le crisi geopolitiche che hanno coinvolto le materie prime, hanno causato non pochi problemi. Come tutti ben sappiamo, per accedere alle maxi agevolazioni dell’ultima versione del piano Industria 4.0 occorreva consegnare le macchine acquistate a determinate condizioni entro il 30 giugno 2022.

La difficoltà a consegnare gli ordini entro il termine stabilito ha spinto le associazioni di categoria a chiedere una proroga al Governo. Il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ha dato parere favorevole. La cosa non ci stupisce se pensiamo che l’attuale linea governativa sia guidata da una visione pro-imprese e pro-mercato. Lo stesso Presidente del Consiglio Mario Draghi ha più volte sottolineato come l’unica strada per contenere il debito pubblico sia il sostegno alla ripresa economica.

Un meccanismo virtuoso?

Che il piano Industria 4.0 sia un meccanismo virtuoso, almeno nelle sue intenzioni di base, è oggettivo. Non così chiara, però, è la sua attuazione in un settore, come quello delle macchine da costruzione, che è oggettivamente border line. Soprattutto nelle realtà più piccole e meno strutturate. Pensato infatti per il settore industriale, è stato poi quasi “forzosamente” applicato al movimento terra sotto forte pressione di alcuni grandi brand presenti sul mercato.

L’aspetto positivo è che, quanto meno, l’arrivo di tecnologie evolute e finalizzate al controllo di gestione, alla riduzione dei costi e all’aumento dell’efficienza ha portato una ventata di novità. In effetti erano poi gli obiettivi che lo stesso piano Industria 4.0 cercava di promuovere in modo sistematico. Ben vengano, quindi, le aziende che hanno capito quanto possa essere importante utilizzare tecnologie evolute e interattive. Speriamo che questo passaggio mentale continui e diventi una buona regola gestionale.

Poche imprese sanno sfruttare pienamente i vantaggi del piano Industria 4.0

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