Mercato italiano delle macchine da costruzione in piena crescita. Un anno mirabilis, visti i numeri, che raggiunge il picco di 22.000 nuove macchine immesse sul mercato. Il 1 febbraio UNACEA ha infatti reso noti i numeri ufficiali nell’ambito di una conferenza stampa patrocinata dal GIC – Giornate Italiane del Calcestruzzo. Dati che sono stati commentati dal CER – Centro Europa Ricerche. Numeri alla mano si tratta di un risultato che, probabilmente, in molti si aspettavano.

Complici sia la crescita globale, sia la ripresa dei lavori, sia gli incentivi fiscali legati al piano Industria 4.0. Elementi che hanno fortemente inciso sul mercato italiano e che ne hanno determinato anche alcune storture. Rispetto al 2020, hanno già positivo, il 2021 ha fatto registrare un incremento complessivo del 30%. Un segno positivo che rincuora costruttori, concessionari e anche imprese di costruzioni. Che hanno potuto anche finalmente rinnovare un parco macchine spesso obsoleto.

Il mercato italiano delle macchine da costruzione fra gennaio e dicembre 2021

Il mercato italiano nel dettaglio

UNACEA, come associazione di categoria italiana delle macchine e attrezzature per le costruzioni, ha comunicato numeri precisi che rendono l’idea delle singole scelte aziendali. A fronte di 22.000 macchine complessive si hanno 21.107 unità relative al movimento terra (+30%) e 893 unità per le macchine stradali (+26%). Le due macrocategorie sono poi splittate ulteriormente con numeri che vedono 4.441 escavatori e 12.226 miniescavatori. Questi ultimi si confermano la macchina regina del mercato con una quota di penetrazione complessiva pari al 55%. Confermando una crescita lenta ma continua all’interno del mercato italiano.

Le pale gommate, terza macchina del panorama, sono arrivate a 1.677 e le minipale, quarto attore, a 1.127. Questo ultimo dato pone l’Italia in controtendenza rispetto agli altri mercati europei dove questo tipo di macchina ha molto meno successo lasciando spazio alle pale gommate compatte. In fondo alla classifica si collocano i dumper articolati con 65 macchine vendute e i dozer con 66 esemplari. Risultato atteso in quanto si tratta di mezzi a cui le imprese di costruzioni fanno affidamento soprattutto grazie ai noleggiatori.

Il mercato italiano delle macchine da costruzione fra ottobre e dicembre 2021

L’export fa la sua parte positiva

A livello economico i dati per il sistema paese sono senz’altro positivi. L’export conferma il dato positivo con 2,3 miliardi di euro di vendite oltre confine fra gennaio e ottobre 2021. Una crescita del 19% rispetto allo stesso periodo del 2020. Un dato che permette, a fronte di un incremento delle importazioni del 42%, di avere comunque un saldo positivo. Se infatti l’export ha segnato 2,3 miliardi di euro, l’import ha un totale di 1,2 miliardi permettendo un saldo positivo per il paese di 1,1 miliardi di euro.

“Il 2021 si chiude con un risultato sicuramente positivo per il settore delle macchine per costruzioni – ha dichiarato Luca Nutarelli, segretario generale di Unacea. La crescita, sperimentata in tutti i trimestri dell’anno, ha certamente contribuito a recuperare parte di quanto perso con la crisi iniziata nel 2008. Restano inoltre positive le aspettative per il 2022. D’altra parte, le dinamiche inflazionistiche, il crescente costo dell’energia e le difficoltà di approvvigionamento, rischiano di compromettere la fase espansiva in corso, riducendo la profittabilità delle aziende nel medio periodo. Ci auspichiamo quindi che questi aspetti possano essere presi in seria considerazione dalle autorità pubbliche, al fine di non vanificare lo sforzo del piano di rilancio del sistema paese”.

Il mercato italiano delle macchine da costruzione ha segnato un +30% che ha rafforzato anche l'export

Attenzione alle storture di sistema

Il mercato italiano si aspetta quindi un ulteriore impulso, nel corso dell’anno, spinto da elementi oggettivi di crescita. Ma occorre fare estrema attenzione alle storture di sistema. Ossia alla mancanza di visione che affligge da sempre il nostro paese. Gli ostacoli che si infrappongono fra il mercato italiano attuale e una sana crescita strutturale sono infatti legati in primis alle difficoltà di approviggionamento delle materie prime. In seconda battuta la mancanza di una programmazione di infrastrutture, di sostituzione del patrimonio edilizio esistente e di una attenta cura del territorio rappresentano altri fattori fondamentali.

In questo momento il nostro paese ha forte urgenza di una visione che vada al di là dei fondi europei destinati al PNRR. Occorre infatti mettere al primo posto la cura e tutela del territorio, il miglioramento dei centri urbani con opere di demolizione e ricostruzione, rafforzare la rete infrastrutturale. Rete che non è costituita solo da strade e ferrovie ma anche da reti di produzione di energia e irregimentazione delle acque. Tutti elementi di cui ha bisogno un paese civile per essere competitivo e offrire una qualità di vita adeguata ai propri cittadini.

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