Sicurezza sul lavoro e televisione di stato. Quale cultura trasmettiamo?

La mia non vuole essere una provocazione ma una reale considerazione legata a quello che, a mio avviso, è un fatto molto grave. Si parla infatti costantemente in diversi ambiti di sicurezza sul lavoro. Ampli e articolati dibattiti dove intervengono politici, sindacalisti, personaggi “autorevoli” e poi, alla prova del nove, tutto svanisce. E svanisce sia perché non si conoscono le norme, sia perché la sicurezza sul lavoro è un elemento del tutto accessorio.

Mi spiego meglio. Ho guardato su Raiplay in streeming un documentario sull’attività professionale di Renzo Piano. Nello specifico si è trattato di una puntata della apprezzabile trasmissione Art Night, introdotta da Neri Marcoré, e trasmessa su Rai 5. Una troupe televisiva ha seguito le attività del celebre architetto italiano per un anno intero. Immagino quindi decine, se non centinaia, di ore di girato da cui ricavare, infine, un documentario di un’ora.

Voglio sottolineare che Renzo Piano è sempre stato, per me, un riferimento culturale da cui prendere esempio. Nella mia non lunga ma soddisfacente attività di progettista ho avuto modo di ispirarmi ai suoi princìpi progettuali. Ancora oggi, nei miei sporadici interventi, tengo sempre conto dei suoi insegnamenti.

Sicurezza sul lavoro, le violazioni ben evidenziate in televisione

Mentre guardavo con interesse la trasmissione, a circa 20 minuti dalla fine sono apparse alcune sequenze di montaggio di una vetrata in un edificio in costruzione a Genova. Immagini in cui tutto quello che, dal punto di vista della sicurezza sul lavoro, non andrebbe fatto.

Con dettagli anche specifici sulle fasi di montaggio dove si evidenzia una movimentazione dei carichi non propriamente corretta. Ma anche la completa dimenticanza nell’uso dei DPI. La movimentazione con un carrello elevatore frontale dove alcune persone sono state sollevate insieme al manufatto.

Altri incaricati del montaggio sono in azione su scale che non andrebbero utilizzate come postazioni operative. Oltretutto posizionate su un elemento aggettante senza nessuna protezione contro le cadute. Sono rimasto esterrefatto. Per tantissimi motivi. Dopo lo stupore è subentrato lo sconforto.

La normalità della mancanza di regole

Sconforto che è subentrato per una lunga serie di motivi.

Non posso infatti credere che il documentario non sia stato approvato dall’ufficio comunicazione del Renzo Piano Building Workshop. Immagino inoltre, ma potrei sbagliarmi, come lo stesso Renzo Piano abbia guardato in anteprima il prodotto finito e abbia ogni tanto discusso contenuti e argomenti nel corso della realizzazione del video.

Rimango letteralmente basito, quindi, di fronte alla completa ignoranza delle norme in materia. Non solo, anche a come si accetti in modo del tutto naturale che delle persone, in fase di montaggio, siano “sollevate” in un modo che chiunque reputerebbe pericoloso in base al semplice buon senso.

Sicurezza sul lavoro, le macchine ci vengono in aiuto

A mio avviso ci sono diverse considerazioni che occorre fare in modo analitico. Movimentare una vetrata di quelle dimensioni in quel modo è oggi quanto meno anacronistico. La tecnologia, infatti, ci viene in aiuto con macchine – disponibili tranquillamente a noleggio – in grado di manipolare senza problemi un pannello vetrato di quel tipo. Non solo. Ma anche di sollevarlo e posizionarlo con estrema precisione nella sua corretta posizione.

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Così come esistono delle PLE di ogni tipo, dimensione e forma perfettamente in grado di sollevare e mantenere le persone in sicurezza. Ovviamente permettendo loro di lavorare liberamente in piena sicurezza.

L’abitudine del “gioco al ribasso”

Da un altro punto di vista rimango stupito come il Coordinatore per la Sicurezza non avesse suggerito metodi o sistemi differenti per il posizionamento di quella vetrata. Avrà analizzato il POS dell’azienda? Quest’ultima avrà scritto che avrebbe utilizzato un carrello elevatore frontale per eseguire il lavoro? Il CSE si sarà posto qualche specifica domanda sulla correttezza del processo operativo?

Ovviamente non è dato saperlo ma tutto questo concorre a consolidare la mia idea – personalissima – che nell’ambito della sicurezza sul lavoro vi sia un evidente “gioco al ribasso”. Sia da un punto di vista delle misure messe in campo, sia dal punto di vista della preparazione di coloro che dovrebbero diffondere la cultura della sicurezza sul lavoro e della prevenzione.

Da un altro punto di vista le stesse procedure di appalto e aggiudicazione dei lavori spesso non tengono in debito conto gli effettivi costi di realizzazione. L’ignoranza tecnologica di base di chi dovrebbe fornire indicazioni per le sequenze operative è spesso disarmante. Con ripercussioni negative proprio sugli aspetti legati alla sicurezza.

La sicurezza sul lavoro è ancora una chimera

Sicurezza sul lavoro

Le sequenze del documentario trasmesso su Rai 5 hanno ripreso diverse irregolarità dal punto di vista delle norme.

Quale sicurezza sul lavoro trasmettiamo?

La considerazione finale è quindi abbastanza evidente. Tenendo che si tratta della televisione di stato e che questa dovrebbe fornire un servizio pubblico, quale cultura della sicurezza sul lavoro trasmettiamo?

Occorre anche tenere conto che Renzo Piano è un Senatore della Repubblica. Ed uno dei problemi principali del nostro paese sono le continue morti sul lavoro. A onor del vero si sta anche prodigando per fare in modo che la cultura architettonica si diffonda in modo corretto. Ma questo non basta. Occorre anche che vi sia una concreta conoscenza delle norme comportamentali e che la figura del Coordinatore per la Sicurezza, sia esso in fase di progettazione che in quella di esecuzione, diventi una reale pedina strategica del processo costruttivo.

Da questo punto di vista la formazione professionale è alla base di una corretta analisi dei processi costruttivi e della loro quantificazione. Ma quanta importanza viene data alla formazione? Una domanda a cui nessuno, oggi, sa dare una risposta.

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