INTERMAT 2024 ha puntato il proprio obiettivo sulla decarbonizzazione. Tematica da far tremare i polsi e che coinvolge anche il mondo delle macchine da costruzione. E’ stato decisamente interessante vedere da vicino le soluzioni che i costruttori hanno pensato per andare incontro agli obiettivi imposti dal quadro normativo europeo.

In realtà si sta dando molta enfasi ad aspetti che coinvolgono soprattutto i Paesi del nord Europa. Nazioni che prevedono già oggi forti incentivazioni fiscali per coloro che acquistano macchine da costruzione elettrificate per ottenere zero emissioni allo scarico. Essere a Parigi ha quindi avuto sicuramente un significato che aggiunge contenuti tecnici oltre a quelli puramente simbolici.

La capitale francese ha infatti imposto fortissime limitazioni ai veicoli con motorizzazioni a combustione interna. Tanto da disporre il divieto assoluto di accesso a tutti i veicoli con motore diesel a partire dal 1 gennaio 2024. Salvo poi rimandare il divieto a data sconosciuta. In parole povere, non si ha ancora una soluzione concreta. Anzi, le soluzioni ci sarebbero. Basterebbe non affrontare il problema in modo ideologico ma scientifico.

INTERMAT è stato fondamentale per vedere anche le grandi macchine elettrificate

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I costruttori cinesi come Sunward hanno puntato molto sulle grandi macchine elettrificate

Ad Intermat si è rincorsa l’elettrificazione

La parola d’ordine è sicuramente “ELETTRIFICAZIONE”. Tutti i costruttori si sono in qualche modo concentrati su queste tecnologie proponendo macchine che derivano dai modelli standard. Si tratta di percorsi di studio dove però le motorizzazioni con carburanti alternativi possono fare la loro parte in modo positivo.

L’elettrificazione è quindi oggi vista più come un argomento di marketing che non come la soluzione effettiva per ridurre le emissioni. Gli obiettivi ambiziosi del settore costruzioni di ridurre le emissioni di carbonio del 40% da qui al 2030 sono sicuramente uno stimolo fondamentale per i costruttori e per le imprese che utilizzano ogni giorno le macchine da cantiere. Ma occorre capire in che contesto si andrà ad operare e in che modo raggiungere questi obiettivi. La kermesse di Parigi ha fornito spunti interessanti per capire quale direzione prendere.

Il ruolo dei costruttori

Dal punto di vista tecnologico ogni costruttore ha proposto soluzioni che possano portare ad un risultato concreto. Soprattutto tenendo bene a mente l’ambito operativo e l’effettivo impatto delle proprie macchine. Non è infatti un caso se alcuni grandi brand non hanno ancora proposto soluzioni elettrificate. Tutto questo a fronte di macchine che, già nella realtà quotidiana, hanno un basso impatto in termini emissivi.

Ci sono infatti aziende che già oggi sono fortemente impegnate sul mercato con macchine convenzionali che, alla luce dei motori di ultima generazione (molti anche funzionanti ad HVO) e del funzionamento particolarmente efficiente, hanno consumi ed emissioni ridottissime.

Sarà interessante capire chi, alla luce della propria capacità di trasmettere i reali valori delle proprie macchine, riuscirà a spiegare al mercato soluzioni concrete, affidabili, meno impattanti e soprattutto fattibili. Il percorso che va verso l’effettiva transizione ecologica comincia infatti solo da oggi. Occorre che si proceda con soluzioni concrete e utilizzabili, alla portata delle imprese e che consentano un effettivo risparmio. Questa è la via maestra.

I piccoli cantieri stradali urbani

Analizzando il comparto in ottica evolutiva le attrezzature ed i cantieri stradali urbani di piccola dimensione sono quelli che hanno avuto il maggiore progresso in termini tecnologici. Si tratta infatti di macchine molto diffuse. Stiamo infatti parlando di tutti quei cantieri legati soprattutto alle manutenzioni che, effettivamente, arrecano il maggior disturbo alle persone nel quotidiano. Cantieri che, per loro natura, provocano spesso i maggiori disagi anche a fronte delle emissioni.

Non fosse altro per la presenza, spesso, di conglomerati bituminosi che per loro natura emettono calore e forti odori. Ad Intermat si è fatto il punto in modo specifico su questi aspetti con molti costruttori che si sono presentati con macchine compatte alimentate a batteria o con sistemi che intervengono in modo diretto nel ciclo operativo. Quest’ultimo aspetto comprende non solo le macchine, ovviamente, ma anche i materiali ed i processi costruttivi innovativi per ridurre al minimo l’impatto ambientale.

Ad INTERMAT abbiamo visto molte attrezzature stradali elettrificate

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I piccoli cantieri stradali sono fra i protagonisti di un’elettrificazione sostenibile

Attrezzature e tecnologie

Processi e tecnologie sono infatti in prima linea per l’abbattimento delle emissioni. Da questo punto di vista è quindi fondamentale l’apporto che la tecnologia è in grado di offrire all’interno dei cantieri. Ad esempio, fra le innovazioni più interessanti da questo punto di vista, vi è sicuramente la ART1000 di Simex. Un’attrezzatura che, grazie al riciclaggio in situ di piccole superfici stradali, permette di ridurre in modo consistente l’uso delle macchine abbattendo emissioni e disagio.

Usando poi additivi biologici si ha anche un ulteriore vantaggio in termini ambientali. Il ruolo delle attrezzature e delle tecnologie, anche digitali, è quindi primario. Si tratta infatti di un fondamentale processo di ottimizzazione delle risorse. Risparmiare tempo, ridurre i cicli operativi, utilizzare meno macchine in cantiere riduce infatti inevitabilmente le emissioni.

INTERMAT è stata l'occasione per toccare con mano molte tecnologie realmente "green"

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La ART 1000 di Simex è un classico esempio di tecnologia che permette un consistente abbattimento delle emissioni

Ad Intermat il tema fondamentale è stato proprio “come riuscire a spiegare” questi aspetti agli addetti ai lavori. Ma soprattutto come quantificare, in termini economici, questi evidenti elementi competitivi. Quantificazione che è fondamentale per capire se la direzione intrapresa è quella corretta. Sarà quindi interessante capire se quanto si è visto ad Intermat riuscirà ad essere una strada reale da seguire nel futuro.

Cosa che, ad esempio, Samoter ha saputo essere sotto molti punti di vista. Sia per quanto riguarda le
tecnologie digitali, sia per l’economia di sistema basata sull’efficienza complessiva del cantiere appoggiandosi alle più evolute tecnologie di settore.

Develon è presente con il suo miniescavatore DX20ZE

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L’elettrificazione ha visto protagonisti soprattutto i miniescavatori come il DX20ZE

Una finestra sul nord Europa

Intermat è stata di fatto una finestra sul Nord Europa mostrando le tendenze di un mercato che, grazie a politiche di forti aiuti fiscali, sembra voler intraprendere la strada unica dell’elettrificazione come soluzione univoca alla riduzione delle emissioni.

Strada che non è tecnologicamente neutrale e che nasconde diverse insidie. La fiera di Parigi è oltretutto caduta in un periodo storico complesso dove, a fronte di queste dinamiche ideologiche, ci sarà la chiara verifica di inizio estate con le elezioni europee. Qui la realtà dovrà fare i conti con la fantasia.

Ci sono già evidenti segni di scricchiolamento delle attuali norme che, come tutti ben sanno, non sono fisse e ineludibili. Basti vedere cosa è successo proprio a Parigi che, dopo aver annunciato circa una decina di anni fa l’obiettivo di chiudere completamente la città ai motori diesel, ha ora rimandato la decisione a data da destinarsi.

LIUGONG ha puntato sull'elettrificazione delle proprie macchine

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LiuGong ha puntato completamente su macchine elettrificate di ogni dimensione

Regole certe?

L’ora X non è quindi nemmeno stata spostata in avanti come già successo per altre limitazioni ma si è preferito non parlarne proprio. Questo a causa delle evidenti difficoltà tecnologiche legate ad una visione che non ha tenuto conto delle effettive tecnologie alternative a disposizione. Di fatto si preferisce stare alla finestra a guardare.

Una visione attendista che in realtà frena il reale progresso in termini di abbattimento delle emissioni pensando ad un’unica soluzione possibile. Una visione maggiormente organica, che tenga conto di ogni minimo aspetto, sarebbe invece auspicabile da tutti i punti di vista. Sia per gli addetti ai lavori, sia per l’ambiente e per una chiara e immediata soluzione delle problematiche che sono evidenti e sotto gli occhi di tutti.

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