Bauma 2002 è cominciato oggi. Dopo molto aspettare siamo di nuovo qui, finalmente, a misurare il polso di un mercato isterico. Negli ultimi due anni, nonostante il Covid avesse terrorizzato ben più di uno specialista, il mercato è stato ben più che euforico. E non solo in Italia. Una situazione paradossale che la pandemia ha ulteriormente incrementato nei suoi aspetti più problematici.

Ponendoci di fronte a tutte le incongruenze di una catena del valore spesso sbilanciata. Catena mai come oggi prigioniera di un modello, quello del “just-in-time”, che è stato smascherato nei suoi nodi non risolti.

In compenso questa prima giornata di Bauma sembra non aver minimamente risentito degli elementi negativi di questi ultimi anni nutrendosi di sola positività. Tutto sommato le cose vanno bene e la richiesta del mercato tiene. Quindi perché preoccuparsi?

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L’orizzonte del neutral-carbon

I costruttori, giustamente, fanno il proprio lavoro e devono anticipare tempi e visioni. Soprattutto nell’ottica di un orizzonte normativo che vede l’Europa, nei prossimi anni, protagonista di una “decarbonizzazione” che non è ancora chiaro come verrà attuata.

Siamo tutti d’accordo sul fatto che l’impatto sull’ambiente vada ridotto. Ma occorre anche dire che l’Europa, a oggi, è responsabile per l’8% della CO2 emessa dalle attività umane a livello mondiale. E che nemmeno il 20% di questa CO2 derivi dalle attività legate al mondo delle costruzioni.

Eppure a Bauma si sono viste un numero enorme di soluzioni mirate a questi obiettivi. Alcune sono oggettivamente dei puri esercizi di stile per fare parlare di sé e per attirare l’attenzione. Altre sono invece delle realistiche e concrete risposte a problematiche effettive. Con evidenti ricadute in termini di vantaggi sia energetici che ambientali.

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Bauma, una cartina di tornasole spesso smentita

La kermesse di Monaco di Baviera vuole svolgere la funzione di cartina di tornasole del settore. Un ruolo che sicuramente gli spetta di diritto ma che spesso è stato completamente disatteso. Il vortice comunicativo di Bauma è infatti talmente esplosivo che molti costruttori colgono l’occasione di questo palcoscenico per esagerare. Lo splendore della vetrina fa gola a molti e quindi si perde di vista l’obiettivo fondamentale. Che è quello di fornire un servizio all’utilizzatore finale dimenticando però due elementi fondamentali.

Da un lato si sottovaluta la sostenibilità economica e dall’altro la funzionalità operativa. E non è la prima volta che vediamo roboanti annunci di macchine di cui, nell’edizione successiva, si è persa completamente memoria.

Alla luce di quanto si vede in questa edizione 2022 di Bauma viene da chiedersi se la strada che sembra delinearsi all’orizzonte sia in effetti quella giusta. La massiccia rincorsa ad un’elettrificazione che di elettrico ha ben poco, di fatto, inficia molti vantaggi di questa splendida tecnologia. Così come una visione miope che non veda altre strade non porta nulla di positivo. Nei fatti vedremo se, nel novero delle “boutade”, emergeranno in futuro le vere “perle rare” che si sono viste in questa edizione.

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