Dopo la tragedia di Firenze il Consiglio dei Ministri torna a parlare di sicurezza. Nella bozza del nuovo decreto PNRR è stata infatti elaborata la cosiddetta la patente a punti, che (almeno sulla carta) dovrebbe diminuire i rischi di infortuni o morte sui luoghi di lavoro.

Il provvedimento riguarda tutte quelle aziende e lavoratori autonomi che operano all’interno di cantieri edili temporanei o mobili. Il nuovo strumento viene rilasciato dall’Ispettorato nazionale del lavoro, e sarà attivo dal primo ottobre di quest’anno. Per ottenerlo è necessario completare una serie di passaggi burocratici: iscrizione alla camera di commercio, adempimento degli obblighi formativi del datore di lavoro e dei lavoratori ed essere in possesso del Durc (Documento di Valutazione dei Rischi e del Documento Unico di Regolarità Fiscale).

Il meccanismo dei punti

La patente parte da 30 punti in tutto. Per poter svolgere le mansioni è necessario avere almeno 15 punti. I punti possono essere decurtati a seconda dell’infrazione commessa: -20 punti in caso di morte del lavoratore, -15 per un’inabilità permanente al lavoro, assoluta o parziale e -10 per un’inabilità temporanea assoluta che comporti l’astensione dal lavoro per più di 40 giorni. Chi sarà sprovvisto di patente o andrà sotto la soglia dei 15 punti, sarà punito con una sanzione che varia dai 6 ai 12mila euro, più una sospensione dal lavoro fino a 12 mesi.

Nello specifico, così recita la bozza: «Nei casi di infortuni da cui sia derivata la morte o un’inabilità permanente al lavoro, assoluta o parziale, la competente sede territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro può sospendere, in via cautelativa, la patente fino a un massimo di dodici mesi. L’ispettorato nazionale del lavoro definisce i criteri, le procedure e i termini del provvedimento di sospensione. Ciascun provvedimento di cui al presente comma deve riportare i crediti decurtati. Gli atti ed i provvedimenti emanati in relazione al medesimo accertamento ispettivo non possono nel complesso comportare una decurtazione superiore a 20 crediti». I punti persi potranno poi essere reintegrati con appositi corsi di formazione.

Stretta sul lavoro in nero

La volontà di regolazione del lavoro in nero e degli appalti ha inoltre imposto una discussione sulla reintroduzione del reato penale per l’interposizione illecita di manodopera, quando questa sia senza contratto regolare.

Dal 2016 questa pratica era depenalizzata e soggetta solo a sanzione pecuniaria: l’obiettivo del Governo è quello di bloccare questa tendenza, inasprendo dunque le conseguenze per color che sfruttano il lavoro sommerso. Nella proposta si parla infatti di «disposizioni di natura repressiva (sanzioni penali – in luogo delle sanzioni amministrative, frutto di una precedente depenalizzazione, per le ipotesi di somministrazione fraudolenta di lavoratori, utilizzazione illecita di lavoratori, somministrazione abusiva con sfruttamento di minori».

Aumento delle assunzioni per la sicurezza

All’interno del decreto, il Governo specifica uno sblocco di 466 assunzioni per l’ispettorato del lavoro, più altre 300 nuove, per un totale di 766 nuovi ispettori della sicurezza sul lavoro.

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