ANPAR ha nuovamente mosso un accorato appello in merito al Decreto “End of Waste”. Paolo Barberi, Presidente dell’associazione che riunisce le aziende del recycling, ha infatti rilasciato un’intervista al quotidiano economico “Italia Oggi”. Questo per spiegare nuovamente l’inadeguatezza di un Decreto che si attendeva da lungo tempo e dove ANPAR ha ampiamente fornito la propria esperienza per la stesura.

Salvo poi, all’ultimo, un repentino cambiamento che ha completamente destabilizzato ogni criterio basato su elementi oggettivi e legati alla realtà. Il mondo del recycling, infatti, è ancora oggi poco capito nonostante svolga una funzione fondamentale da un punto di vista economico e ambientale. E questo nonostante vi siano leggi specifiche che, spesso, sono inapplicate anche da parte degli stessi enti pubblici.

Potrebbe interessarti

Complice un quadro complesso e di difficile applicazione che, con il nuovo Decreto, entra nell’orbita della metafisica. Con buona pace di chi, in questi anni, ha investito ingenti risorse sia per mettersi in regola, sia per cogliere le opportunità che il ricilaggio dei rifiuti da C&D offre alle aziende.

Quaranta milioni di tonnellate all’anno

Quaranta milioni di tonnellate all’anno è la cifra media di rifiuti da costruzione e demolizione (le cosiddette “macerie”) riciclati ogni anno dalle aziende del settore.

E che ANPAR rappresenta in modo propositivo presso Enti Locali e, soprattutto, Ministeri. Ma nonostante le consultazioni preventive e i tavoli di lavoro, alla fine il Decreto “End of Waste” è di fatto il risultato di una visione profondamente ideologica che non tiene conto di aspetti concreti e sostanziali.

Fra cui la composizione dei materiali in ingresso e, soprattutto, il loro successivo impiego. Con dei parametri che si rifanno a situazioni spesso non riscontrabili nemmeno in natura.

Gli impianti di ANPAR affrontano il riciclaggio in modo serio e competente

ANPAR

Il settore del riciclaggio tratta in Italia ogni anno circa 40 milioni di tonnellate di rifiuti da C&D

La caratterizzazione in uscita dagli impianti prevede infatti i nuovi limiti imposti dal Regolamento varato dal MiTe (Ministero per la Transizione Ecologica, ex Ministero dell’Ambiente) lo scorso 15 luglio.

Si tratta infatti di numeri ricavati dalla tabella relativa agli usi dei suoli sottoposti a bonifica destinati a zone residenziali o a verde. Valori che non corrispondono all’impiego prevalente degli aggregati riciclati che, nel 90% dei casi, sono utilizzati in opere infrastrutturali.

Potrebbe interessarti

Demolizioni, un mercato in piena crescita

Demolizione e mercato immobiliare. Un trend in netta crescita che vede oggi, in Italia, il 25% degli interventi di nuova costruzione prevedere la demolizione di un edificio preesistente. Un passo fondamentale verso una crescita strutturale delle macchine da demolizione.

L’errore tecnico più volte segnalato da ANPAR

Si tratta quindi di un grossolano errore tecnico segnalato più volte da ANPAR. Errore che porterà a negativi effetti a catena fino al blocco del settore. Fra le altre cose in un momento storico in cui i cantieri per il superbonus sono in piena attività e il mercato delle demolizioni e ricostruzioni è in continuo aumento.

Abbiamo intervistato Carlo Colombino, Vicepresidente di ANPAR, socio e AD della Cavit Spa, azienda di famiglia nata ufficialmente nel 1966 ma che affonda le proprie radici agli inizi del ‘900. Una realtà che da sempre lavora all’interno del Parco del Po ed è abituata a conciliare economia ed ambiente in modo equilibrato.

Un appello accorato, quello del Dott. Colombino, che fa eco al Presidente Barberi nello spiegare in modo dettagliato gli errori concettuali contenuti nel Decreto. E da cui traspare l’evidente stupore per l’inserimento, all’ultimo minuto, di alcuni valori limite nella caratterizzazione del materiale in uscita che, di fatto, non hanno un reale fondamento. Ma le cui ripercussioni, però, comportano gravi problemi.

Il Decreto End of Waste rischia di paralizzare il settore

ANPAR

Il Decreto End of Waste, così come strutturato, porterà a gravi danni per tutto il settore del recycling

In primo piano

Articoli correlati