TELT ha perso Mario Virano. Non solo il suo Direttore Generale ma colui che, più di altri, ha creduto fino in fondo nel progetto della linea Alta Velocità Torino-Lione. L’architetto Virano è stato colui che ha “preso per mano” un progetto anacronistico e invasivo e lo ha migliorato in modo sostanziale.

Tutto questo lo ha fatto con la sua grande passione verso il proprio lavoro e soprattutto sotto il fuoco incrociato dei no-TAV. Un movimento politico strumentalizzato con cui non è stato possibile instaurare un dialogo costruttivo nonostante il nuovo tracciato sia rispettoso e poco impattante sul contesto ambientale.

Mario Virano ha infatti messo TELT in condizione di operare in modo dinamico traghettando questa fondamentale opera verso la sua realizzazione. Una linea ferroviaria che non è semplicemente l’unione fra Torino e Lione (come alcuni pensano in modo semplicistico), ma il tassello per collegare Lisbona con Kiev, l’Italia con tutta l’Europa occidentale.

TELT ha messo in evidenza l'importanza della Torino-Lione

TELT

La rete TEN-T ha l’obiettivo di collegare tutti i principali centri dell’Unione Europea, da nord a sud e da ovesta ad est in modo rapido, efficiente e con un basso impatto ambientale.

TELT dice addio a Mario Virano

Il Direttore Generale ha agito partendo da grandi ideali. Mario Virano era infatti un uomo di sinistra e questo ha sicuramente dato fastidio a molti. Soprattutto tra i facinorosi che formano il movimento no-Tav. Persone che, a prescindere dai contenuti, dicono “No” a prescindere da qualsiasi dialogo costruttivo.

Non era sicuramente un “costruttore accanito” come alcuni lo hanno definito. Al contrario aveva sempre valutato ogni singolo progetto in base alla sua effettiva utilità e ad un’attenta analisi costi-benefici.

Una giovinezza all’insegna dei contenuti

Appasionato di pittura d’avanguardia, studiò con Piero Martina e Carlo Mollino. Fece parte del PCI nella “corrente migliorista”, ossia quella parte del partito che pensava si potesse migliorare il capitalismo agendo dall’interno. Guardando quindi ai contenuti, facendo in modo che anche le opere infrastrutturali dialogassero con imprenditoria e forza lavoro. Per fare in modo che si formasse uno sviluppo sostenibile.

Mario Virano proveniva da una famiglia operaia di Rivoli. Il papà impiegato alla Nebbiolo e la mamma nell’industria dolciaria. Ma nella sua mente era già presente l’idea delle grandi opere. Da ragazzo avrebbe voluto diventare, per l’appunto, un pittore. Era infatti affascinato dalle correnti d’avanguardia e riuscì a frequentare gli studi di Piero Martina e Antonio Carena. Ebbe anche Ferruccio Casacci come docente di recitazione. Si trattava niente meno che del pade di Max, chitarrista e anima pensante dei Subsonica.

Il sogno dell’arte finisce nel cassetto nei giorni del Sessantotto alla Facoltà di Architettura. I suoi compagni di corso lo ricordano come il più duro dei giovani tra i leader del movimento, ma anche il più intelligente e il più determinato. Intelligenza e determinazione che faranno la differenza proprio alla guida di TELT.

Cambiare il mondo senza fare la rivoluzione. Il lavoro prima di tutto

La sua convinzione di poter “cambiare il mondo senza fare la rivoluzione” lo portò ad essere fra le persone di fiducia nei grandi cambiamenti urbanistici di Torino.

Proprio Umberto Agnelli e Sergio Pininfarina lo vogliono all’interno del progetto TAV. Erano infatti tra i promotori negli anni novanta e i primi anni duemila quando il progetto iniziava a muovere i primi passi. Virano disegna anche altre grandi opere da AD di Sitaf, la società per il traforo del Frejus.

In quegli anni non lavora però solo in Piemonte. Sforna infatti progetti logistici uno dopo l’altro. Dall’interporto di Gioia Tauro a quello di Trapani e Civitavecchia. Nel 2006 arriva la chiamata di Gianni Letta che lo individua come possibile mediatore nel progetto della Torino-Lione. L’opera era infatti “impantanata” in una contestazione con i caratteri della guerriglia urbana.

Mario Virano diventa quindi Presidente dell’Osservatorio sulla Torino-Lione e poi Commissario di governo per la TAV.

La nascita di TELT

Mario Virano ha lavorato per circa 17 anni con Paolo Foietta. Se da un lato Virano era estremamente riservato, dall’altro Foietta era invece molto esuberante.

Ricorda di lui quest’ultimo “Dal 2006, nascita a Palazzo Chigi dell’Osservatorio per la Torino Lione, abbiamo vissuto e combattuto fianco a fianco. Abbiamo condiviso i successi ma anche le angosce e le paure di anni complicati e spesso pericolosi. Ma lungo un percorso sempre costruttivo ed entusiasmante. Tutto questo anche negli ultimi anni quando abbamo invece ricoperto ruoli e funzioni più distanti. Ogni volta che ci incontravamo per parlare di TELT e della linea Alta Velocità era sempre un piacere, un’opportunità e un’occasione utile per confrontarsi”.

Virano e Foietta hanno anche condiviso, purtroppo, l’esperienza della scorta. Provvedimento fondamentale dopo la violenza dimostrata dal movimento no-TAV

Dal 2015 Mario Virano diventa Direttore Generale di TELT. Si presenta nuovamente insieme a Foietta nella PIAZZA Sì Tav del 2018 promossa dal movimento delle “Madamin” e da Bartolomeo Giachino, già sottosegretario ai trasporti e politico impegnato in prima linea per lo sviluppo di Torino.

In questo periodo infatti l’opera è in bilico sotto il Governo misto Lega-Cinque Stelle e con la presenza a Torino della Giunta Appendino chiaramente ostile all’opera.

Mario Virano, Direttore Generale di TELT.

TELT

Mario Virano ha fatto la differenza come Direttore Generale di TELT.

L’apertura del cantiere del tunnel di base

Fra qualche mese aprirà il cantiere del tunnel di base sul versante italiano della Torino-Lione. Mario Virano ha lottato in modo costruttivo e capace per vent’anni per raggiungere questo obiettivo. Purtroppo non potrà vedere l’inizio del cantiere più importante per l’opera in territorio italiano.

A 79 anni è stato infatti strappato all’affetto dei suoi cari e alla stima dei suoi collaboratori da un male che da tempo lo affliggeva. Aveva infatti anche ridotto la sua attività come DG di TELT ma era comunque sempre presente nei momenti più importanti e strategici.

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Cosa ne penso

Costantino Radis

IL PREMIO INTERNAZIONALE SAMOTER A TELT HA VOLUTO SOTTOLINEARE IL VALORE DI CHI SA FARE E PENSA DI CAMBIARE IL MONDO SENZA FARE LA RIVOLUZIONE. COME NEL CASO DI MARIO VIRANO.

Ho personalmente creduto, come Presidente del Premio Internazionale Samoter, di premiare TELT per la gestione di un’opera così complessa come la tratta internazionale della linea ferroviaria Torino-Lione. Mario Virano è stato colui che, in vent’anni di continua perseveranza e con un approccio costruttivo ed intelligente, ha permesso a quest’opera strategica di prendere vita.

La consegna del Premio Internazionale Samoter a TELT nelle mani di Piergiuseppe Gilli, Direttore Costruzioni di TELT.

Mario Virano è stato fondamentale nel processo di avvio dell’opera.

Da torinese ho creduto fin da subito nell'assegnazione del Premio Internazionale di Samoter a TELT. La società a partecipazione mista italo-francese è infatti un attore fondamentale nella realizzazione di quello che sarà il più lungo tunnel ferroviario al mondo.

La figura di Mario Virano, tanto efficace quanto schiva e lontana dai riflettori della mondanità, è stata fondamentale per mettere in moto un processo innovativo. Sia da un punto di vista della gestione dell'opera, sia da un punto di vista della revisione e analisi di progetto.

Se da un lato, infatti, la prima versione del progetto messo a punto per la linea Alta Velocità Torino-Lione era realmente impattante e poco calato sul territorio, Virano ha saputo riprendere ogni filo e dipanare la matassa.

Una visione lucida che ha permesso all'opera di procedere e di arrivare finalmente alla cantierizzazione. Sul lato francese le opere sono sicuramente in una fase realizzativa più avanzata. Ma fra qualche mese anche sul lato italiano vedremo finalmente l'inizio del tunnel di base con il tricolore all'ingresso del cantiere.

Mario Virano ha sempre cercato un dialogo con il movimento no-TAV. Un gruppo minoritario di violenti che non ha mai realmente cercato di capire l'opera nei suoi reali contenuti. Con tutti i vantaggi che questa comportava.

Sono un frequentatore della Val di Susa da quando sono bambino. E mi duole dirlo ma la cittadina che trovaluogo ai piedi delle due salite verso il Monginevro e il Moncenisio versa da decenni in stato di degrado. Nulla è cambiato negli ultimi 40 anni ed entrando in Susa sono chiaramente visibili spazi vuoti ex industriali abbandonati a loro stessi. Quelle poche attività commerciali che un tempo erano presenti a metà valle sono ormai chiuse da tempo.

Ci sono luoghi meravigliosi, come ad esempio l'Orrido di Chianocco e di Foresto, in cui trovare un WC o semplicemente prendere un caffé o un bicchiere d'acqua fresca sono un puro miraggio.

Una volta conclusa la TAV restituirà gli spazi abbandonati alla popolazione con la formazione di un grande parco urbano. La nuova stazione sarà occasione di collegamento rapido ed efficace da parte sia dei turisti francesi che italiani.

Tutto questo grazie a chi non ha mai mollato un attimo. A chi è stato continuamente minacciato di morte ed è stato costretto - semplicemente per LAVORARE - a vivere sotto scorta. L'Italia è un paese strano. Ma per fortuna che ci sono italiani che, come Mario Virano, credono ancora che il mondo si possa cambiare senza fare la rivoluzione. Semplicemente lavorando. TELT perde un ottimo Direttore Generale.

Un "anomalo uomo di sinistra" che - come dovrebbe essere - credeva che tutti dovessero avere un'opportunità. E che poi se la sarebbero giocata con il merito e con il duro lavoro.

Esattamente come ha fatto lui.

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