Sicurezza sul lavoro. Ma dove? L’altro ieri un disastro sfiorato nel trasporto di un sollevatore telescopico a Bologna. Ieri un escavatore si ribalta in un fiume a Monno intrappolando l’operatore che è deceduto. Non si contano gli incidenti, più o meno gravi, legati all’uso delle PLE. Quattro giorni fa si è staccata la cabina di un montacarichi di un cantiere in Torino. L’esito è di un ferito grave. Nel crollo è stato coinvolto anche il ponteggio a cui il montacarichi era solidale.

Sicurezza? Dove? Sicuramente non in Italia. I dati ufficiali di INAIL riportano, nel solo mese di gennaio 2022, un numero impressionante di incidenti. Più o meno gravi. Siamo a 12.794 incidenti denunciati che, rispetto a gennaio 2021, rappresentano un incremento del 74,7%. Il SETTANTAQUATTROVIRGOLASETTE PER CENTO IN PIU’. E questa si chiama SICUREZZA?

La sicurezza, nei fatti.

Oltre alla mia attività professionale legata al mondo della comunicazione tecnica legata alle macchine svolgo anche quella di formatore. E mi occupo SOLO di macchine comprese nell’accordo Stato Regioni del 22 febbraio 2012. Una verticalizzazione specialistica che, a mio avviso, non è possibile improvvisare. Chi si occupa di formazione nell’ambito dell’impiego delle macchine DEVE conoscere le macchine. Così come chi fa formazione di primo soccorso è, giustamente, un medico.

La sicurezza, nei fatti, è legata alla formazione. Formazione che è regolata da un quadro normativo pieno di buchi e che, proprio per questo, viene sminuita. Sminuita dagli stessi operatori a cui è indirizzata. Perché spesso si trovano di fronte a degli “istruttori” che non sono preparati. Che conoscono bene le norme sulla sicurezza. Ma che spesso non le sanno tradurre in modo concreto sul campo. E che quindi rimangono parole astratte.

La formazione come momento fondamentale

La formazione nell’utilizzo delle macchine in sicurezza è quindi un momento fondamentale. Ma come è possibile trasmettere questi contenuti a chi non ha mai utilizzato le macchine? Come è possibile “fare formazione” agli inesperti se il quadro normativo NON LA PREVEDE in modo programmato? I corsi di abilitazione NON SONO CORSI DI SCUOLA GUIDA ma sono corsi di certificazione dell’impiego in sicurezza della macchina. Si tratta di due percorsi completamente differenti.

Avevo già parlato di questi aspetti. Avevo già sottolineato le incongruenze del quadro normativo. Che non prevede la formazione sul campo dei ragazzi compiuto in modo programmato. E soprattutto con obiettivi chiari e precisi. Cosa dicono le imprese? Cosa dicono i sindacati? Cordoglio e parole di circostanza. Da un lato lamentele sul fatto che non ci siano operatori. Dall’altro nessun passo concreto verso una formazione di una nuova generazione di professionisti in grado di muoversi in cantiere in modo sicuro. E intanto gli incidenti aumentano.

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