BAUMA 2025. Il gigante delle fiere tra dazi, accordi quadro e concrete scelte strategiche
BAUMA ha fatto registrare 600.000 visitatori con un clima generale positivo e, soprattutto, propositivo. Con i costruttori e le aziende che guardano in modo concreto alle opportunità di mercato anche in funzione della dissennata politica economica di Trump.

BAUMA è BAUMA. Un’affermazione che, prima o poi, ogni addetto ai lavori si trova a dire. I numeri ufficiali dell’edizione 2025 si attestano intorno alle 600.000 presenze. La mia personale sensazione è che, in realtà, siano anche superiori. Ho infatti ancora bene in mente un’edizione di molti anni fa dove si superarono i 700.000 visitatori. L’affollamento mi ha ricordato molto quell’edizione ma a volte le fiere vogliono essere prudenti, nel comunicare i dati di afflusso, per non creare aspettative eccessive in vista dell’edizione successiva.

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Liebherr presenta il dumper T264 a guida autonoma
BAUMA, la fiera delle scelte
La kermesse di Monaco di Baviera, sebbene afflitta da gigantismo, rimane sempre un punto di riferimento a livello globale per il mondo delle macchine da costruzione. All’interno ognuno trova infatti tutto quanto necessario per il proprio specifico settore di riferimento. E non parlo solo di macchine movimento terra ma anche di componentistica, motori, veicoli e soluzioni per il cava-cantiere, il sollevamento, la perforazione. Senza contare il calcestruzzo ed i sistemi costruttivi.
Si tratta dunque di un valore aggiunto notevole che, però, sconta ovviamente la grande dispersione che una fiera così grande porta con sé. Altrove si hanno infatti fiere più piccole ma specializzate in singole categorie merceologiche. Due visioni differenti che hanno pro e contro. Ma di sicuro BAUMA fornisce importanti indicazioni sulle prossime scelte dei costruttori e sulla visione strategica degli stessi. A prescindere o meno dalle novità effettivamente presentate.
Tra dazi e strategie si tracciano le strade del prossimo futuro
Il sentiment raccolto tra gli stand di Bauma è stato di grande voglia di fare e di grande dinamicità. Sarà che il settore delle infrastrutture, anche grazie agli investimenti europei nei paesi dell’Unione, è in forte espansione e lo sarà ancora per diversi anni. Sarà che la situazione che si è venuta a creare con le politiche dissennate di Trump ha gioco forza messo in modo una serie di azioni alternative.
Di fatto abbiamo visto, in risposta ai dazi USA, dinamiche positive tra costruttori di vari paesi per stringere accordi, cogliere opportunità e dirigere i propri sforzi in modi alternativi.
Nella sostanza l’imprenditoria trova la propria strada a prescindere dalle scelte politiche. Segno che chi “fa impresa” cerca una stabilità ed una visione globale comune che permetta alle aziende di crescere e produrre ricchezza.
I dazi USA
La questione dei dazi USA, di cui ho avuto modo di parlare con molti competitor, ha di fatto trovato risposte unanimi in una visione di mercato che vede Europa e Cina come due player fondamentali dal punto di vista produttivo con una forte visione verso il Canada. Con aree geografiche emergenti a cui rivolgersi soppiantando fornitori di “origine americana”. Vista anche la politica di abbandono di molte aree geografiche da parte degli USA dopo la chiusura di ambasciate, consolati e strutture di appoggio in molti paesi.
Non ho colto un solo lamento. Anzi. Al contrario ci sono spiragli di opportunità con il rafforzamento di rapporti lasciati fino ad ora in sordina e che tenderanno a rinsaldarsi. Mi ricordo sempre che mio zio, cervello dell’azienda di famiglia in cui mi sono formato, diceva sempre “Il mondo è mezzo da vendere e mezzo da comprare”. Esattamente lo spirito che si è colto a Bauma in merito alle mosse maldestre di Trump sullo scenario mondiale.
Caterpillar, dal canto suo, sta comunque tranquilla a livello di rappresaglie in giro per il mondo avendo ormai una produzione che è sostanzialmente cinese. Le preoccupazioni, per assurdo, arrivano proprio dal paese d’origine e di cui ha sempre fatto una “bandiera” di genuinità. Sic transit gloria mundi. Con buona pace dei cent’anni appena compiuti.
Le visioni del prossimo futuro
Tra le visioni del prossimo futuro spicca sicuramente la politica del Gruppo Hyundai. La presentazione dei nuovi escavatori cingolati con una base che non possiamo definire solamente comune ma del tutto identica apre nuove prospettive tra i due brand del costruttore. Stiamo infatti parlando di Develon e di Hyundai. Con quest’ultimo marchio che, fra le altre cose, abbandona gradualmente i motori Cummins sugli escavatori a favore dei propulsori DX05 e DX08 appena insigniti del Diesel of the Year.
Si tratta quindi di una visione “full made” che vede il Gruppo proiettarsi ancora di più nell’olimpo dei grandi big con ambizioni per nulla nascoste a livello di gamma, mercato e presenza sul territorio a livello mondiale. Vedremo cosa succederà, invece, a livello di gestione dei due brand. Si tratta infatti di due marchi importanti che sgomitano e che si candidano entrambi come protagonisti del mercato. Non sarà semplice, soprattutto con gamme identiche la cui unica differenza è la brandizzazione. Esempi nemmeno troppo recenti hanno chiaramente dimostrato che spesso la matematica, in questi casi, non vale. E non è sempre detto che le quote di mercato di ogni marchio vadano a sommarsi quando l’identità di prodotto non è marcata.

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Hyundai ha chiarito le sue prossime dinamiche industriali
Euforia, conferme ed elettrificazione
Alla fine l’aria che si è respirata, in generale, è di grande euforia ed ottimismo. Una ventata di conferme che le stesse conferenze stampa dei costruttori hanno sottolineato con dati di settore confortanti. Se infatti alcune vendite hanno subito flessioni, queste sono state attese e fisiologiche. Bauma ha infatti confermato che il mercato è comunque assestato su livelli alti anche nei paesi, come ad esempio la Germania, che maggiormente hanno risentito dei contraccolpi legati alle politiche “green” (che di verde hanno ben poco!) che hanno affossato l’industria automobilistica con forti ripercussioni generali.

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Hitachi ha presentato una serie di modelli elettrificati sviluppati con KTEG
A proposito di elettrificazione c’è una evidente (e non poteva che essere altrimenti) situazione a macchia di leopardo. Alcuni costruttori, tra tutti LiuGong, propongono gamme disponibili ed efficienti che, in specifiche nicchie, possono trovare il proprio spazio. Altri, come Hitachi, si sono presentati con nuovi modelli che guardano in modo evidente a quei paesi del nord Europa dove gli incentivi fiscali consentono di entrare in mercati specifici.

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LiuGong si è presentata con una gamma completa di macchine elettrificate
L’attenzione per consumi ed emissioni, ad esempio, è stata molto più concreta in costruttori come Kobelco dove la certificazione dei motori dei modelli construction per l’impiego dell’HVO è il più vigoroso, concreto e conveniente passo avanti nei confronti del mercato.

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Kobelco ha presentato tutti i modelli construction per l’impiego con HVO